
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha pubblicato il Decreto Direttoriale che regola la prenotazione e l’invio delle comunicazioni per richiedere il Credito d’Imposta per gli investimenti 4.0 relativo agli investimenti effettuati nel 2025 (oppure nel primo semestre 30 giugno 2026 se entro il 2025 è stato versato l’acconto pari almeno al 20% dell’investimento). Il decreto introduce il nuovo Modello di comunicazione, necessario per accedere al beneficio fiscale e definisce modalità operative, scadenze e condizioni per le imprese nell’ambito del piano Industria 4.0.
Cosa cambia: i nuovi obblighi comunicativi e il nuovo processo di prenotazione
In attesa di un ulteriore decreto che indicherà i termini d’invio del nuovo Modello sulla piattaforma GSE, il Decreto Direttoriale del 15 maggio 2025 prevede la trasmissione di tre comunicazioni e requisiti specifici per ottenere i benefici fiscali per investimenti 4.0.
Comunicazione 1
Sono distinte due casistiche specifiche:
- Imprese che hanno già prenotato il credito d’imposta 4.0, entro la data di pubblicazione del decreto (15 maggio 2025) , che hanno inviato la comunicazione preventiva al Gse con il vecchio Modello: per mantenere la priorità acquisita, queste imprese devono ripetere l’invio utilizzando il nuovo Modello preventivo entro 30 giorni dalla data che verrà stabilità con decreto di prossima pubblicazione.
- Imprese che non hanno ancora prenotato il credito d’imposta 4.0: dovranno prenotare celermente la propria quota di credito d’imposta inviando al Gse il nuovo Modello preventivo, salvo esaurimento anticipato del plafond di 2,2 miliardi di euro.
Comunicazioni 2 e 3
Una volta completata la prima fase di prenotazione, tutte le imprese potranno proseguire l’iter con ulteriori due step di comunicazione:
- l’invio del Modello intermedio, entro 30 giorni dall’invio del Modello preventivo, con la conferma del versamento dell’acconto del 20% dell’investimento;
- l’invio del Modello consuntivo:
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- entro 31 gennaio 2026 per investimenti conclusi entro il 2025;
- entro 31 luglio 2026 per quelli completati nel primo semestre 2026.
Altri punti chiave
Per gli investimenti già avviati, realizzati nel 2025 con acconto versato entro il 2024 o realizzati tra il 2023 e il 2024, restano validi i modelli precedenti e si farà riferimento al plafond stanziato per il 2024.
Cosa possono fare le imprese fin da subito?
Le aziende che hanno avviato o pianificato investimenti in beni strumentali possono già avviare l’iter per l’ottenimento del Credito d’Imposta 4.0, anche in assenza del secondo decreto.
In alternativa, possono valutare il credito d’imposta 5.0, che prevede aliquote più elevate per i progetti che combinano innovazione digitale e risparmio energetico. L’iter è stato semplificato, le prenotazioni sono in aumento e il plafond è soggetto a possibili parziali riallocazioni, per cui le risorse potrebbero esaurirsi rapidamente.
Una valutazione tempestiva e accurata degli investimenti è essenziale per individuare l’opportunità migliore e assicurarsi il massimo beneficio.
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Ulteriori approfondimenti sul Credito d’imposta Investimenti 4.0
Che cos’è e a cosa serve
Il credito d’imposta 4.0 è un’agevolazione fiscale che incentiva l’acquisto di beni strumentali 4.0, sia materiali (impianti, macchinari) che immateriali (software, servizi cloud), interconnessi ai sistemi produttivi aziendali.
I vantaggi per le imprese che ne fanno richiesta
A tutte le imprese che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato è riconosciuto un credito d’imposta alle seguenti condizioni:
Chi può accedere all’agevolazione?
Possono accedere all’agevolazione le imprese localizzate ovunque in Italia, di qualsiasi dimensione e settore di appartenenza, indipendentemente dalla forma giuridica e regime fiscale. L’impresa deve essere in regola con il DURC e rispettare la normativa di sicurezza nei luoghi di lavoro. Sono escluse le imprese in stato di liquidazione volontaria o coatta, fallimento, concordato preventivo senza continuità aziendale, sottoposte ad altra procedura concorsuale, oppure che abbiano in corso un procedimento per dichiarare una di tali situazioni.
Le imprese che operano in concessione e a tariffa nei settori dell’energia, dell’acqua, della raccolta e smaltimento di rifiuti/acque di scarto, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni sono ammesse solo nel caso in cui:
- L’investimento 4.0 non sia realizzato per adempiere ad obblighi assunti con l’ente pubblico concedente;
- L’impresa sostenga il rischio economico legato allo stesso investimento 4.0.
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