Firmato il Decreto attuativo che sblocca il credito d’imposta per la ZES Unica del Mezzogiorno, si entra così nel vivo del percorso dedicato al rilancio e alla crescita della competitività delle imprese del Mezzogiorno, con lo scopo di favorire lo sviluppo economico ed una programmazione maggiormente integrata e coordinata, che valorizzi però le specificità dei territori coinvolti.
Nel mondo le ZES sono molto diffuse, se ne stimano oltre 4000 distribuite su oltre 100 Paesi. Il caso più emblematico è quello cinese. Le ZES in questo territorio contribuiscono da sole al 22% del PIL della Cina, al 46% degli investimenti diretti esteri che ogni anno arrivano nel Paese e al 60% delle esportazioni.
In Europa è la Polonia il Paese con una maggiore concentrazione di ZES, che negli anni hanno posto le basi per lo sviluppo industriale del paese, promuovendo la creazione di distretti industriali specializzati. Hanno attratto investimenti per 170 miliardi di euro e hanno creato 280.000 nuovi posti di lavoro.
In Italia, a partire dal 1° gennaio 2024, è stata istituita la Zona economica speciale per il Mezzogiorno – “ZES unica”, sorta proprio con l’intenzione di superare i limiti delle precedenti singole ZES e con l’obiettivo di massimizzare nello scenario internazionale l’impatto competitivo dell’intero Mezzogiorno.
Un caso di successo è la ZES della Regione Campania.
Nel solo anno 2022/2023 ha attratto oltre 900 milioni di euro con un impatto occupazionale di 3.695 persone.
La ZES Unica ha quindi grandi potenzialità.
Caratteristiche dell’agevolazione per la ZES Unica
A sostegno delle imprese dell’area è attivo un credito d’imposta fino al 60% per l’acquisto di macchinari nuovi, terreni ed immobili, eventualmente cumulabile con il credito d’imposta 4.0.
Tra le novità più rilevanti introdotte dal decreto attuativo, c’è la necessità di prenotare il credito d’imposta dal 12 giugno al 12 luglio 2024, comunicando in via preventiva l’ammontare delle spese sostenute nel 2024 e/o quelle che si intendono effettuare entro il 15 novembre, tra quelle ammissibili.
È prevista anche un’attestazione obbligatoria, rilasciata dal revisore dei conti o da una società abilitata, che rilevi l’effettivo sostenimento delle spese.
Gli investimenti devono essere realizzati in una delle zone assistite delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, e alcune aree dell’Abruzzo, e devono essere mantenuti per almeno 5 anni.
Le opportunità sono dunque significative, ma i tempi stretti e gli adempimenti richiesti rendono fondamentale che le imprese pianifichino i loro investimenti e si affidino a consulenti esperti, in grado di accompagnarle nell’ottenimento del beneficio assicurando la compliance con la normativa.