Industria 4.0 e 5.0
Nell’ambito del via libera da parte della UE alle proposte italiane di modifica al PNRR, avvenuto il 24 novembre 2023, risulta approvato il c.d. Piano Transizione 5.0, che rappresenta un’evoluzione dell’attuale Piano Transizione 4.0 aggiungendovi una componente cruciale: la sostenibilità ambientale, con l’obiettivo di agevolare la revisione dei processi produttivi delle imprese in ottica green grazie alle tecnologie digitali.
Industria 5.0: dal 2024 incentivi più elevati per gli investimenti digitali e green delle imprese
Con il termine Industria 5.0 si vuole indicare una visione futuristica del Paese dove l’innovazione tecnologica delle imprese si fonde con una crescente consapevolezza sociale e ambientale.
A tal fine risultano stanziati dall’Unione Europea 6,3 miliardi di euro in favore delle imprese italiane, che saranno ripartiti in tre misure, di cui:
- 3.780 milioni di euro per i progetti 4.0 con finalità green, che daranno diritto alle aziende di fruire di un credito d’imposta in misura più elevata rispetto all’attuale aliquota del 20%; in particolare, a tal fine le imprese necessiteranno di una certificazione da parte di un soggetto terzo che attesti che il progetto determini un risparmio energetico nei processi aziendali interessati di almeno il 5% oppure una riduzione dei consumi finali di energia di almeno il 3%;
- 1.890 milioni di euro per stimolare gli investimenti in impianti di autoproduzione e autoconsumo di energia rinnovabile (escluse le biomasse);
- 630 milioni di euro per la formazione del personale funzionale alla transizione green.
Per l’attivazione delle singole misure agevolative sono attesi tra dicembre e gennaio i decreti attuativi.
L’evoluzione dell’Industria 4.0
Nel mondo della finanza agevolata, il concetto di Transizione 5.0 sembra essere sinonimo di proroga dei crediti di imposta per l’acquisto di beni strumentali materiali e immateriali con caratteristiche 4.0.
Nel frattempo, resta in vigore quello che oggi è chiamato Piano transizione 4.0, originariamente nato nel 2016 con il nome Piano Nazionale Industria 4.0, finanziato nell’ambito della Missione 1 – Componente 2 “Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo”, con una dotazione finanziaria di 13,381 miliardi di euro.
Si tratta di un Piano che nasce con l’obiettivo di sostenere la trasformazione digitale delle imprese incentivando gli investimenti a sostegno della digitalizzazione attraverso un credito di imposta a fronte di acquisto di beni strumentali, materiali e immateriali.
La Legge di Bilancio 2021 ha introdotto successivamente l’espressione “Piano Transizione 4.0” prevedendo uno stanziamento di 24 miliardi di euro.
L’attuale Piano Transizione 4.0
Tra le varie misure economiche previste dal Piano Transizione 4.0 rientra il credito d’imposta per i beni digitali (ex Iper Ammortamento), ovvero una misura che incentiva gli investimenti relativi a beni strumentali, materiali e immateriali 4.0 rivolta a tutte le imprese italiane in regola con il DURC e che rispettano le normative di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Con questa agevolazione gli investimenti effettuati nel 2022 in beni materiali tecnologicamente avanzati danno diritto ad un credito d’imposta del:
- 40% del costo per investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
- 20% del costo per investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
- 10% del costo investimenti oltre i 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro.
Per gli investimenti effettuati nel 2023 e per quelli che verranno effettuati fino al 2026 le aliquote si dimezzano.
Idem per gli investimenti in beni strumentali immateriali:
- per gli investimenti realizzati nel 2023 è disponibile un credito d’imposta del 20% del costo;
- per quelli che verranno effettuati fino al 2026 le aliquote si riducono fino al 10%.
L’unica eccezione a questa flessione delle aliquote riguarda i cosiddetti investimenti green, ovvero quelli d’importo superiore a 10 milioni di euro che dimostrano di avere una progettualità con benefici ambientali tangibili.
Per questa categoria di investimenti è prevista una maggiorazione del 5%.