L’innovazione è un elemento fondamentale della competitività e rappresenta la sfida principale del nostro Paese.
L’eccellenza del Made in Italy non riguarda solamente il design, la moda e l’alimentare, ma anche e soprattutto i beni industriali. Le competenze tecnologiche delle nostre imprese sono diffuse su tutto il territorio nazionale, nel Mezzogiorno in particolare si trovano poli di eccellenza in ambito micro e nano tecnologie. Le imprese italiane dimostrano buone performance anche a livello di digitalizzazione e di integrazione delle tecnologie.
I dati degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano rilevano che:
- il livello di adozione dei servizi in Cloud di medio-alta sofisticazione è pari al 52%, contro la media UE del 34%;
- la quota di PMI che hanno un livello di intensità digitale almeno di base è del 60% contro una media del 55%.
Per sviluppare questo potenziale le imprese del Mezzogiorno hanno bisogno di capitali che possano essere messi a disposizione all’inizio del processo di innovazione.
I Mini Contratti di Sviluppo hanno proprio l’obiettivo di rafforzare la competitività delle imprese.
Con uno stanziamento di 300 milioni di euro, saranno sostenuti gli investimenti di importo compreso tra 5 e 20 milioni di euro realizzati dalle imprese del Mezzogiorno per sviluppare e produrre una o più delle seguenti tecnologie strategiche:
- tecnologie digitali (ad esempio intelligenza artificiale, semiconduttori, robotica, ecc.)
- tecnologie green (ad esempio fotovoltaico, eolico, batterie, pompe di calore, biogas e biometano green, ecc.)
- biotecnologie.
Entro luglio il Ministero delle Imprese confermerà il contributo previsto a fondo perduto fino al 60% per le imprese del Mezzogiorno.
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