
È in fase di approvazione presso la Commissione Europea la misura nazionale dei Contratti di Sviluppo per la tutela ambientale.
Si tratta di un’agevolazione rivolta ad imprese di qualsiasi dimensione, finalizzata a ridurre l’inquinamento e i consumi di energia dei macchinari e impianti impiegati nel processo produttivo delle industrie, in linea con le normative UE sulla tutela ambientale che hanno fissato l’obietto ridurre le emissioni di gas ad effetto serra del 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità carbonica nel 2050.
Alla base della misura c’è il processo di elettrificazione ovvero il processo di sostituzione delle fonti di energia fossili – come carbone, petrolio e gas – con l’elettricità generata da fonti di energia rinnovabili, come il solare, l’eolico, l’idroelettrico e il geotermico. Allo stesso tempo, la riduzione degli sprechi associata a una maggiore efficienza si traduce in un minor consumo di energia a parità di prestazioni.
In cosa consiste l’agevolazione per la tutela ambientale?
Le imprese che a partire dal 9 marzo 2023 hanno sostenuto spese per impianti e attrezzature volte a ridurre o eliminare l’inquinamento e/o ridurre i consumi di energia di almeno il 20%, possono ottenere un contributo a fondo perduto dal 30% al 60%.
L’investimento, di importo superiore a 20 milioni di euro, deve essere finalizzato alla tutela ambientale e, in particolare, a raggiungere almeno uno di questi obiettivi:
- ridurre del 40% le emissioni di gas ad effetto serra tramite l’elettrificazione dei macchinari/impianti impiegati nel processo produttivo oppure mediante l’utilizzo di idrogeno verde o suoi derivati;
- ridurre di almeno il 20% i consumi di energia delle attività industriali nello stabilimento svolte dall’impresa.
Le domande di agevolazione vengono valutate in base all’ordine cronologico di arrivo e in base al possesso di alcuni requisiti tra i quali, un impatto positivo sull’occupazione, consolidamento della filiera, il grado di innovazione, impatto ambientale, presenza dell’impresa sui mercati esteri.
Gli investimenti possono essere realizzati anche da imprese associate, fino ad un massimo di 5.
L’agevolazione è cumulabile con il credito d’imposta 4.0.
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