Dal rapporto Il futuro della competitività europea emerge chiaramente che la carenza di dinamismo industriale in Europa è in gran parte attribuibile a fragilità lungo il “ciclo di vita dell’innovazione”, che impediscono la nascita di nuovi settori e player. Tali carenze derivano da ostacoli che si frappongono nel percorso che porta dall’innovazione alla commercializzazione. La spesa pubblica per la R&I in Europa ha una portata inadeguata e non è sufficientemente focalizzata sull’innovazione radicale. Basti pensare che le riduzioni delle emissioni di CO2 necessarie per il traguardo del “net-zero” dipendono da tecnologie che solo in parte sono mature, o di recente adozione.
L’Europa deve adottare un approccio integrato alle politiche per l’innovazione, mirato a sostenere lo sviluppo e l’adozione di nuove tecnologie, con l’obiettivo di raggiungere la sovranità tecnologica e colmare il gap competitivo con Stati Uniti, Giappone e, in particolare, Cina.
L’innovazione in Italia è contraddistinta da un elevato grado di eterogeneità, con risultati di eccellenza in alcuni settori – le tecnologie green – e marcate debolezze in altri, ma con un grande potenziale di sviluppo.
L’Unione Europea ha di recente istituito la Piattaforma delle Tecnologie Strategiche per l’Europa (Strategic Technologies for Europe Platform – STEP), un’iniziativa che coordina risorse per 11 programmi di investimento, con l’obiettivo di promuovere l’innovazione e accrescere la competitività europea nei settori Tecnologie Digitali e Innovazione Deep Tech, Green e Biotech, oltre a sostenere l’upgrade delle competenze.
Attraverso la STEP, vengono ottimizzati gli strumenti esistenti per mitigare i rischi associati alle catene di valore, limitare le disparità negli aiuti di Stato e consolidare il mercato unico.
A livello nazionale, l’iniziativa dell’UE si declina nei Mini Contratti di Sviluppo, mentre a livello regionale le Giunte determinano l’ammontare dei fondi e le tecnologie strategiche da finanziare tramite bandi specifici, per un ammontare complessivo di 3,1 miliardi di euro.
Si tratta di un’opportunità straordinaria per l’Italia, in particolare per il Mezzogiorno, dove si punterà a promuovere investimenti in settori ad alta intensità di conoscenza con l’obiettivo di aumentare l’attrattività e la competitività delle regioni del Sud.
Mini Contratti di Sviluppo
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha stanziato 300 milioni di euro per i Mini Contratti di Sviluppo per sostenere gli investimenti in tecnologie strategiche realizzati nel Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia).
Il bando prevede l’erogazione di un contributo a fondo perduto fino al 55%, modulato in funzione della dimensione dell’impresa a sostegno degli investimenti produttivi compresi tra i 5 e 20 milioni di euro, avviati dopo la presentazione della domanda di agevolazione e finalizzati alla creazione e/o sviluppo di tecnologie critiche innovative in quattro ambiti differenti.
- Tecnologie Digitali e Innovazione Deep Tech: intelligenza artificiale; cybersecurity e connettività (es. reti 5G e 6G); robotica; tecnologie quantistiche; semiconduttori e microelettronica (inclusa fotonica e laser); tecnologie di rilevamento (es. sensori di rilevamento chimico, elettro-ottico, biologico, ecc.);
- Tecnologie Green: fotovoltaico e solare; tecnologie d’efficienza energetica; eolico (terrestre e marino); batterie e stoccaggio d’energia; geotermico; idrogeno; biogas e biometano sostenibili; idroelettrico; tecnologie delle reti elettriche; stoccaggio e cattura di carbonio; fissione nucleare; carburanti sostenibili d’origine non-biologica; tecnologie per l’economia circolare (inclusi materiali avanzati e macchinari per il riciclo); soluzioni bioclimatiche e bioenergetiche;
- Biotecnologie: DNA/RNA; proteine e altre molecole; colture/ingegnerie cellulari e di tessuti; tecniche di processo biotecnologiche; geni e vettori RNA; bioinformatica; nanobiotecnologie; determinati medicinali classificati come critici a livello UE;
- Materie prime critiche necessarie per produrre le tecnologie critiche sopra indicate.
Gli investimenti, oltre ad ampliare le capacità produttive di uno stabilimento esistente o essere destinati a crearne uno nuovo, devono aumentare il numero di occupati e:
- essere innovativi (riguardare tecnologie sviluppate di recente, migliorando un settore specifico) e presentare un notevole potenziale economico (inteso come capacità di raggiungere un’ampia gamma di mercati nell’UE);
oppure
- contribuire a ridurre o prevenire dipendenze strategiche dell’UE.
L’agevolazione è cumulabile con il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali 4.0.
Regione Campania
È stata sbloccata a favore della Regione Campania la prima tranche di 50 milioni di euro del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il cui importo complessivo ammonta a 581,1 milioni di euro.
A breve sarà, dunque, disponibile per le imprese campane il Bando Investimenti per Tecnologie Digitali e Innovazione Deep Tech, Green e Biotech a sostegno di investimenti in tecnologie innovative, secondo i requisiti del Regolamento STEP.
La Campania sta attualmente ottenendo buone performance in questi settori strategici, specialmente nelle tecnologie digitali, posizionandosi come la terza regione d’Italia con oltre 5.000 imprese IT. Nel campo del biotech, pur avendo ancora un ampio potenziale di crescita a livello nazionale, registra risultati eccellenti rispetto alle altre regioni del Sud Italia.
Il nuovo bando consentirà alle aziende locali di pianificare ulteriori investimenti, grazie a un contributo a fondo perduto fino al 70% per l’acquisto di macchinari, impianti e software destinati alla creazione o allo sviluppo di tecnologie critiche innovative. Qui di seguito alcuni esempi.
- Tecnologie Digitali e Innovazione Deep Tech: semiconduttori, intelligenza artificiale, reti 5G/6G, cybersecurity, robotica, sensoristica avanzata;
- Green: fotovoltaico, eolico, idroelettrico, geotermico, biogas, idrogeno, batterie;
- Biotech: genomica, coltura cellulare, terapia genica, nanobiotecnologie.
Gli investimenti dovranno essere avviati successivamente alla data d’invio della domanda di agevolazione e realizzati in un’unica unità produttiva della Campania, oltre a:
- ampliare le capacità produttive di uno stabilimento esistente o creare un nuovo stabilimento;
- essere innovativi e, quindi, possedere un elevato potenziale per raggiungere mercati esteri oppure contribuire a ridurre o prevenire dipendenze strategiche dell’UE.
L’agevolazione è cumulabile con il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali 4.0.
Regione Sicilia
L’Unione Europea ha messo a disposizione per la Regione Sicilia 615 milioni di euro, destinati a due settori chiave:
- Tecnologie Digitali, Innovazione Deep Tech e Biotech: € 369 milioni per lo sviluppo di microelettronica, intelligenza artificiale, 5G, blockchain, cloud computing, calcolo ad alte prestazioni e edge computing, bioinformatica, nanobiotecnologie cruciali per la competitività della Regione;
- Green: € 246 milioni per lo sviluppo di tecnologie pulite, come solare e idrogeno, tecnologie per lo stoccaggio energetico, soluzioni per l’economia circolare e la gestione sostenibile delle risorse naturali.
Per la Sicilia, la sfida è favorire lo sviluppo di poli produttivi d’avanguardia in settori chiave per il futuro dell’Italia e dell’Europa, garantendo l’autosufficienza dell’UE in alcune filiere industriali di importanza strategica.